ZIO JACK
un racconto di Paolo Rocchigiani
Ancora una volta lo zio Jack aveva esagerato.
Bastava poco per farlo andare in escandescenza,
come ben sapevano quelli che avevano a che fare con lui e il suo “business”.
I veri, i soli veri pensatori, gli uomini di ardente immaginazione!
Ancora una volta lo zio Jack aveva esagerato.
Bastava poco per farlo andare in escandescenza,
come ben sapevano quelli che avevano a che fare con lui e il suo “business”.
“Preparati Carson, aggiustati il fazzoletto e tu Orso Grigio, non pensare di nasconderti come al solito. Col tempo sei diventato un vero vigliacco, poche storie dai! I cavalli sono posizionati in fondo, come sempre ben stipati, ma saranno gli ultimi ad essere presi! Qualcuno ha visto le briglie? Credo ce ne siano solo tre o quattro, Aquila Risorta puoi controllare? Grazie.
“Le proporzioni di quel primo conflitto planetario furono enormi. Gli Imperi andavano salvaguardati ed i terroristi non tollerati. Solo più tardi scoprimmo che l’inizio di quella guerra coincise con la liberazione di orde di demoni oscuri.
Non c’era la solita calca al bar così riuscii a scegliere con calma. Ero arrivato in un orario in cui erano ancora ampie le golose possibilità adagiate sul vassoio e nascoste dal coperchio di vetro: nessuno mi avrebbe impedito di portarmi via il mio saccottino al cioccolato.
Era una notte buia e tempestosa. Quante volte l’ho scritto sulla magica Olivetti 32 con cui mia zia faceva divertire me e i miei fratelli. Con gli indici titubanti e terribilmente lenti, schiaffeggiando il carrello e regolando il rullo, riempivo l’inizio di fogli e fogli sempre con la stessa frase “era una notte buia e tempestosa”.