LA POZIONE DI INVISIBILITA’
un racconto di Paolo Rocchigiani
“Una strega malvagia, nella sua caverna sulla rupe, sta creando una potente pozione magica in grado di far diventare invisibile chi la berrà. Descrivi la scena e gli ingredienti della pozione”.
Dalla rupe un caldo e leggero bagliore sgattaiolava appena fuori l’entrata della caverna in cui viveva la temibile Berta la strega Scoperta. Ricurva in avanti, con la schiena gravata dal peso della sua contorta e bizzarra gobba, attizzava il fuoco sotto il calderone che la serviva fedelmente da centinaia di anni.
Il crescente bagliore del focolaio, riflesso nell’antico metallo del contenitore tondeggiante, le illuminava il viso rugoso mettendone in risalto il ghigno tipico e la migliore espressione di compiacimento che la strega aveva indossato da molto tempo a questa parte. Aveva calcolato perfettamente la congiunzione astrale del novilunio e già assaporava il piacere del successo nella preparazione della sua ennesima pozione. Mostrando un’agilità inimmaginabile contemplandone le membra decrepite mentre si cercava di indovinarne l’età, cominciò a preparare gli ingredienti necessari per la sua creazione.
Dal tavolaccio di legno putrido, vicino il grande scaffale delle ampolle senza etichetta, prese delle manette e le buttò nel calderone. “Rappresentano la schiavitù delle povere anime oggetto della tratta della prostituzione”.
Aprendole con maestria svuotò il contenuto di sette ampolle mentre del fumo cominciava a salire impregnando il suo antro. “Per le avvinghianti dipendenze delle droghe.”
Il fumo si faceva sempre più scuro. Tirandosi indietro per non rimanerne avvolta prese un grosso coltello e si ferì il palmo della mano sinistra. Le gocce del sangue scuro e denso si sciolsero nell’acqua sempre più calda e agitata. “Il peso degli anni fa dimenticare la gioventù. Nella solitudine della vecchiaia il sangue perde il tono del suo colore”.
Prese poi diverse pergamene. Continuò a strapparle fino a ridurle in minuscoli pezzetti che galleggiavano sulla superficie del liquido che ormai andava bollendo. Quello che rimaneva delle decine di maledizioni finalmente calò a picco nonostante il ribollire irrefrenabile del liquido del calderone. “La disabilità del corpo e della mente si erge come ostacolo granitico.”
Berta prese il gigantesco mestolo di legno nero e cominciò ad agitare il liquido magico che cambiava colore ad ogni passaggio circolare. Un leggero fumo azzurro si alzava dal calderone. Respirando a pieni polmoni la strega poté quindi aggiungere l’ultimo ingrediente. Appesa al collo portava una chiave, la strappò dalla catenina a cui era appesa e la gettò dentro. Un bagliore enorme avvolse la caverna per un istante. “Ed infine senza una casa ti schiveranno non considerandoti più neanche un essere umano.”
Da una delle sue mille tasche tirò fuori una nuova ampolla pronta ad ospitare il magico preparato. Con l’abilità tipica di chi l’aveva fatto migliaia di altre volte travasò un quantitativo perfetto ed infine, profondamente soddisfatta, sigillò l’ampolla con un movimento solenne e pacato.
“Ed ecco finalmente, è pronta. Per te, per farti vivere ai margini del mondo e della storia, nelle eterne periferie dell’anima e dello spazio. Non ti preoccupare, non ti vedranno, anzi, si ricorderanno di te soltanto attraverso statistiche e numeri. Questa è per te, questa è la pozione della vera invisibilità.”