ZIO JACK
un racconto di Paolo Rocchigiani
Ancora una volta lo zio Jack aveva esagerato.
Bastava poco per farlo andare in escandescenza,
come ben sapevano quelli che avevano a che fare con lui e il suo “business”.
Dicevano di lui che era un debole con un carattere ballerino!
Eppure la sua posizione se l’era guadagnata sgomitando prepotentemente.
Figurarsi se era tipo da tirarsi indietro al primo accenno di qualsivoglia accenno di problema.
Giudicarlo solo in base alla sua facilità di perdere le staffe poteva costare caro.
Hanno fatto in molti questo errore nel corso del suo periodo d’oro.
I più scaltri lo facevano sbollire prima che la faccenda degenerasse.
La sua fida Beretta aveva parlato per lui così tante volte.
Ma quella volta qualcosa era andato storto.
Nemmeno Sparky lingua lunga sembrava sapere bene come fossero andate veramente le cose.
O almeno, dopo averlo sentito raccontare la faccenda per l’ennesima volta,
più di un dubbio saltava fuori.
Qualcuno non del racket e nemmeno della polizia faceva strane domande ai frequentatori del “giro”.
Rapidamente la voce si sparse,
suscitando altri interrogativi.
Tutti temevano la verità.
Una scomoda, terribile ed inquietante verità:
vedendolo riverso nell’ irregolare pozza del suo stesso sangue,
Zio Jack non voleva davvero smetterla di ridere!