Le avventure di Victor capitolo 1

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LE AVVENTURE DI VICTOR capitolo 1

un racconto di Paolo Rocchigiani

 

Il covo dello Stregone del Caos oltre le montagne del Corno era noto a tutti, ma pochi avevano il coraggio di addentrarsi in cerca di tesori e certamente anche di grossi guai. Victor Hopes era un guerriero che viveva alla giornata, sempre in cerca di avventura e anche di buoni guadagni visto che le bevute non si pagavano da sole. Alla locanda di Sabbiarossa cercava compagni per tentare la fortuna, ma trovò solo qualcuno pronto a condividere una birra e nessuno tanto pazzo da seguirlo nelle sue manie di grandezza. Meglio così, da solo avrebbe guadagnato di più e magari portato la testa dello stregone direttamente all’Imperatore in persona. Il vento della sua vita stava per cambiare, ne era sicuro.

Si aggiustò il gambeson, in tasca aveva l’ultima moneta che gli era rimasta, prese la piccola sacca con dentro una razione, la sua borraccia, la piccola lanterna, la fida spada corta e si incamminò verso la gloria. Gli avventori brindarono al suo nome mentre la porta si chiudeva alle sue spalle. Un vecchio mercante gli aveva rivelato l’ubicazione di una entrata laterale del covo dello stregone. Da quel lato della montagna non c’erano quasi mai guardie, almeno così gli aveva raccontato quel vecchio pazzo, così attese appostato per un po’ poi  Victor entrò nel covo dello Stregone del Caos. La piccola lanterna appesa al fianco gli lasciava libera una mano, mentre nell’altra teneva pronta la sua spada corta.

La stanza in cui entrò dopo un paio di scalini era vuota e, da come era arredata, sembrava essere il rifugio di un collezionista di oggetti strampalati. Facilmente trovò un primo indizio nella sua caccia allo stregone, ma di quelle cianfrusaglie non sapeva proprio cosa farsene. Poi un crocevia lo spinse avanti. La porta sulla destra aveva segni di lubrificazione recente dei cardini, così proseguì da quella parte ignorando le altre deviazioni. Un lungo corridoio scendeva leggermente fino ad arrivare ad un ampio salone con un grande portone in bronzo. Era chiuso a chiave e sembrava impossibile da smuovere anche solo di un millimetro. Sul lato ovest del salone era allestito un altare votivo che sembrava essere molto antico e un piccolo scrigno faceva bella mostra di sé. Victor sorrise e lo aprì con facilità trovando una pozione guaritrice.

Da una porta piccola ma robusta vicino l’altare si accedeva a un tunnel molto stretto. Vi si infilò guardingo, ma senza preavviso un goblin attaccò danneggiando pesantemente il gambeson dell’avventuriero. Il contrattacco fu micidiale e la creatura cadde a terra proprio vicino ai resti del cadavere di un avventuriero che era stato meno fortunato di Victor. Una moneta e una razione furono una buona ricompensa. Un piccolo disimpegno portava ad una scala in pietra che scendeva al piano inferiore.

Senza indugio Victor ridiscese le scale e si trovò in uno studio. Alcune mappe con appunti scritti in un linguaggio incomprensibile sembravano far riferimento ad almeno 4 piani sotterranei, forse anche di più. Sorrise perché era sulla strada giusta. Su di un tavolo trovò una borsa grande e la prese sostituendola alla sua più piccola. Percorse un corridoio molto lungo e tortuoso, la lanterna andava consumandosi in fretta, ma delle tracce confermavano che la strada era davvero quella giusta. C’erano i presupposti per trovare qualcosa di interessante, ma sfortunatamente non trovò nulla se non l’entrata in una nuova stanza.

Un verso immondo risuonò nel piccolo ambiente e una mummia letteralmente si staccò da una delle pareti. Victor attaccò per primo, riuscendo con un grande sforzo ad avere la meglio sul mostro. Aveva la prova che lo Stregone del Caos aveva legami negromantici e che fosse davvero molto pericoloso. Ottenne uno scudo di legno e mentre cercava l’entrata per un eventuale passaggio segreto, ma il tempo era tiranno e la lanterna si spense.

Avvolto nelle tenebre attese qualche istante che i suoi occhi si abituassero al buio, poi proseguì con estrema cautela. Entrò in un salone quando attivò una trappola. Un dardo gli sibilò accanto all’orecchio mancandolo per un soffio. In compenso trovò una torcia e, stringendola nervosamente, si accinse a scendere altre fredde e strette scale.

Giunse in un salone con delle grosse colonne disposte in cerchio, un raggio di luce proveniente da chissà dove fendeva l’oscurità mentre il rumore di centinaia di piccole zampe rompeva il silenzio della profondità. Un millepiedischeletrico, affamato di carne fresca, attaccò il solitario avventuriero che ebbe facilmente la meglio guadagnando una sorte di duro pellame. La costruzione sotterranea doveva essere davvero enorme e il senso del trascorrere del tempo andava perdendosi. Non c’era comunque tempo da perdere, bisognava proseguire. Dietro un’altra porta si apriva una vera e propria caserma. I legami di quel luogo col Caos furono ancora più evidenti, un guerriero del Caos armato di tutto punto si fece avanti.

Victor attaccò rimbalzando sull’armatura del possente guerriero. La sua ascia gigante di contro si abbatté sullo scudo dell’avventuriero distruggendolo. Spostandosi velocemente Victor riuscì a colpirlo ferendolo quasi mortalmente. Il guerriero si gettò allora in avanti in un poderoso attacco, ma mancò il bersaglio che di rimessa lo finì. Dopo un grosso sospiro Victor cercò nella stanza trovando solo dell’olio per la lanterna, poi proseguì lungo un altro corridoio.

Non si aspettava certo di incontrare un cercatore di tesori, ma questi era lì che si aggirava con le stesse intenzioni di Victor. I due contrattarono e Victor riuscì a comprare da lui altro olio. Il cercatore gli indicò anche la strada da seguire per scendere ulteriormente e poi scomparve. Victor proseguì mentre si spegneva la torcia.

Fortunatamente, con l’olio comprato, poté accendere nuovamente la fida lanterna. Entrò allora in una piccola stanza adibita a biblioteca. Il legno delle librerie era marcio e il forte odore delle pagine dei libri ammuffite permeava l’intero piccolo locale. Mentre le sfogliava in cerca di qualcosa di utile, un ragno gli saltò addosso mordendolo. Fu lesto a liberarsi del grosso insetto e a trovare poi altri frammenti di pelli. Ottenne altri indizi sul suo bersaglio principale e questo era l’unica cosa che contasse davvero. Doveva assolutamente riposare e riprendere fiato. Mangiò una razione e riparò alla bene e meglio il suo gambeson. Rinfrancato, con passo cauto trovò una minuscola cella votiva con dentro un altro antico altare. Strani rituali venivano praticati in quei luoghi, c’erano tracce ovunque.

Pensò di fare una piccola offerta allo strano altare che gli fece recuperare energia, ma l’olio della lanterna si consumava velocemente e rimase nuovamente al buio. Tastando una parete gli sembrò che potesse nascondere una porta segreta, trovò invece l’accesso ad un posto di guardia. Un orchetto era all’erta. Lo scontro fu molto duro, ma Victor ebbe la meglio anche se rimase davvero esausto. Bevve dalla borraccia e trovò la strada per proseguire mentre da una parete raccolse una torcia prima di scendere ancora più in profondità. Se aveva contato bene era al terzo piano del covo del maledetto stregone.

Ebbe qualche difficoltà ad andare avanti perché il tunnel che stava percorrendo era molto basso e decisamente instabile. Senza preavviso un masso gli cadde addosso. Il bambeson attutì il colpo salvandolo, ma ormai era diventato inutilizzabile. Mentre procedeva a toglierlo, un goblin gli fu addosso riuscendo nell’imboscata. Victor rimase ferito, ma riuscì a prevalere sul feroce avversario guadagnando una moneta e dell’olio.

Percorse un altro tunnel che scendeva sempre più in profondità fino ad una stanza piena di barili dove trovò ancora una moneta. Una porta metallica conduceva all’armeria. Entrò come al solito guardingo, ma  una melma gigantesca lo attaccò all’istante. Fu avvelenato dopo essere stato colpito con violenza, rispose, ma fu nuovamente ferito. Era debole, ma riuscì ad usare al meglio le sue energie per sconfiggere la micidiale creatura. Ci ricavò un’ottima spada lunga. La torcia si spense e l’olio rimaneva scarsissimo. Attraversando un corridoio perse nuovamente ogni fonte di luce e fu ancora al buio.

Procedendo a tentoni fece scattare una trappola. Un dardo lo ferì. Tenendosi la spalla decise di riposare, mangiare e cercare di controllare la paura che sempre di più sembrava prendere il sopravvento. Si medicò alla buona, intanto altre scale che scendevano ancora più in profondità erano proprio lì vicino a lui.

Scese al quarto piano attraversando un corridoio lugubre. L’aria era strana e il tanfo di morte sempre più forte. Uno scintillio nel buio catturò i suoi sensi e rilevò uno guerriero scheletro elite. Il combattimento fu violento e l’avversario davvero terribile, Victor fu ferito gravemente ma riuscì a sconfiggere il non morto ottenendo dell’acqua benedetta. Ironia della sorte, quella boccetta gli sarebbe stata utile prima. Era mal ridotto e fu costretto a bere la pozione guaritrice e a sperare in qualche colpo di fortuna, si stava mettendo male. A passo lento entrò in una camerata, ma decisamente la fortuna aveva deciso di non schierarsi dalla sua parte. Più scendeva più i suoi avversari diventavano pericolosi: un demone minore era il suo avversario.

Attaccò, ma Victor schivò il colpo mortale. Reagì e lo ferì in modo grave con un colpo poderoso. Il contrattacco del demone fu impressionante per forza e brutalità. Victor provò disperatamente a schivarlo riuscendoci per un pelo. Lo colpì e fu mancato. Era quasi allo stremo delle forze, ma attaccò, lo mancò e fu colpito quasi mortalmente. Ancora una volta i due contendenti si attaccarono mancando entrambi il bersaglio, ma poi Victor sfruttò l’attimo e  lo trafisse con un colpo magistrale.  Il bottino lo riempì di nuove speranze: trovò un anello magico e un tonico della forza, ma la costante era che doveva assolutamente riposare. Solo un miracolo poteva salvarlo. Coraggiosamente si rimise in piedi e l’idea di tornare indietro neanche lo sfiorò. Era deciso ad andare avanti.

Entrò quindi  in un stanza adibita agli alloggi con la massima cautela, ma un rumore come un clic attirò la sua attenzione. Una trappola era scattata, un dardo lo aveva colpito. Quasi contemporaneamente un goblin uscì dall’ombra e fu più veloce del povero Victor. L’attacco fu fulminio. Mentre il mostro ritraeva la propria arma, il corpo del coraggioso avventuriero rovinava a terra senza più alcuna speranza.

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