IL GIOVANE ARTHUR
un racconto di Paolo Rocchigiani
Il giovane Arthur si strinse nel mantello. Faceva freddo, ma nonostante i brividi non poteva fare a meno di sorridere. Non vedeva l’ora di raggiungere il suo maestro: questa volta padre Malidas sarebbe stato finalmente soddisfatto di lui. Aprì il vecchio portone di legno marcio e si diresse pieno di eccitazione verso il padre seduto al solito in un angolo della modestissima abitazione.
“Padre Malidas , questa volta ho fatto progressi!”
“Uhmm”
“Se solo avessi potuto vedermi!”
Padre Malidas scrutò il viso del discepolo e, senza distogliere lo sguardo, gli fece cenno con l’ossuta mano. Ad Arthur bastò quel gesto per costringersi a calmarsi. Muovendo ancora freneticamente le ginocchia non poteva più trattenersi.
“Alla mensa della missione, davano minestra e un tozzo di pane.” Padre Malidas ascoltava imperturbabile guardando il pavimento irregolare. “Quando è venuto il mio turno io… ecco io…” si conteneva a fatica “io ho rinunciato alla minestra e ho preso solo il pane!”
Il maestro non muoveva un muscolo. “Maestro! Ma non mi dici niente? Ho finalmente avuto la forza di rinunciare..”
“E questa la chiami rinuncia?” Nonostante la figura esile, Padre Malidas si erse sembrando un gigante nella penombra della piccola e fredda abitazione. Sovrastava il povero Arthur che rimase come raggelato. “E tu la chiami rinuncia? Niente. Questo è quello che avresti dovuto prendere. Niente. E dimmi. Hai per caso bevuto anche?” Come trafitto da una freccia avvelenata Arthur a stento riuscì ad annuire. “E questi li chiami progressi? Progredisci nell’arrecarmi vergogna e nel suscitarmi disprezzo.” Il dito adunco indicava la porta. “Ora và e pentiti della tua insondabile pochezza e della tua sovrabbondante miseria!” Arthur si alzò lentamente dando le spalle al maestro. Almeno il mantello lo avrebbe protetto dal freddo. Mentre stava per uscire la voce gelida del padre lo fermò all’istante.
“Il mantello!”