ROD E ROXANNE – Un uomo entra in un caffè
un racconto di Paolo Rocchigiani
Un uomo entra in un caffè dopo aver scalato la tazzina utilizzando il cucchiaino lasciato incustodito ed appoggiato al bordo del raffinato e piccolo recipiente di porcellana. Data la sua lillipuziana statura, nessuno ne aveva notato la presenza e nessuno ne avrebbe indovinato le intenzioni.
Indossò il respiratore che il dottor Ferrius aveva costruito per lui e, dopo aver tirato un lungo sospiro, si tuffò nel caldo e profumato liquido nero. I piccoli pesi che nascondeva in tasca gli permisero di adagiarsi sul fondo, in attesa. Il piano avrebbe funzionato, ne era sicuro, presto avrebbe liberato Roxanne. Una volta dentro, la tuta speciale lo avrebbe protetto da terribili ed acidi succhi gastrici e il Roxyradar gli avrebbe indicato la posizione della sventurata, pronto infine a lanciare il segnale del teletrasporto di ritorno per due persone. Sorridendo pensò che, se tutto fosse andato in malora, avrebbe almeno avuto una fine non proprio convenzionale. Ora però doveva stare pronto, guardando in alto attraverso il filtro della densa bevanda, vide un’ombra diventare sempre più imponente su di lui: il gigante Rus stava per prendere il suo caffè, senza zucchero e non bollente, come al solito. Rod cercava di mantenersi in precario equilibrio mentre la tazzina si allontanava dal comodo appoggio del proprio piattino. Pochi attimi dopo fu inclinata nel vuoto e il contenuto cominciò a scivolare via per essere bevuto; era il momento! Come su di uno scivolo ad acqua, Rod si lasciò trasportare: obiettivo lo stomaco del gigante, alla ricerca di Roxanne.
Paolo Rocchigiani